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PUBBLICATO IL RAPPORTO 2015 DI AMNESTY INTERNATIONAL

“Nel campo dei diritti umani il nostro Governo sembra essere latitante”: è la denuncia di Antonio Marchese, presidente di Amnesty International Italia, presentando il Rapporto annuale di Amnesty International “sulla situazione dei diritti umani nel mondo”. “Da quest’anno – ha detto il presidente – il Rapporto si arricchisce dell’Agenda in 10 punti per i diritti umani in Italia, che ha lo scopo di evidenziare una serie di ostacoli che si pongono davanti al nostro Paese per il pieno rispetto dei diritti. Se dovessimo considerare i 10 punti come altrettante materie di studio, ci sarebbero poche sufficienze e alcune insufficienze particolarmente gravi”. Partendo da questa premessa il presidente dell’associazione ha elencato quelle che, secondo Amnesty, sono vere e proprie violazioni dei diritti umani in Italia: “I problemi legati all’immigrazione, le violenze nelle carceri, l’esportazione di armi, il mancato rispetto della libertà sessuale e culturale e la mancata punizione del reato di tortura”. “Chi, trovandosi in Italia in questo momento, avesse commesso atti di tortura, potrebbe dormire sonni piuttosto tranquilli, nella maggior parte dei casi”, ha spiegato: “È sufficiente, infatti, che sia trascorso un po’ di tempo, neanche tanto, perché scatti la prescrizione. Finché non ci sarà un reato di tortura punito severamente e con un termine di prescrizione sufficientemente lungo, la situazione è destinata a rimanere questa e della gravità di questa situazione non sembrano rendersi conto le istituzioni italiane. La Commissione giustizia del Senato ha smesso del tutto di parlarne. La stessa Commissione che ha fermato i lavori della creazione di una legge contro l’omofobia”. “In Italia esiste ancora il reato di soggiorno illegale, nonostante molte autorità giudiziarie ne abbiano riconosciuto la natura controproducente – ha ricordato Marchese – e purtroppo il diritto penale viene piegato a scopi di comunicazione politica”. “I diritti umani – ha concluso – sono ancora considerati argomento sacrificabile nell’agenda politica: se ci sono da discutere argomenti economici, i diritti umani vengono messi in secondo piano. Noi vorremmo essere sicuri che questo non accada nei rapporti con l’Egitto, nella vicenda che riguarda Giulio Regeni. Il presidente del Consiglio Renzi ha detto: ‘Se qualcuno pensa che possiamo accontentarci di una verità raccogliticcia, sappia che non c’è business che tenga, non c’è diplomazia che tenga’. Noi non possiamo che essere assolutamente d’accordo: l’Italia deve pretendere la verità”. (SIR)

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