Riflessioni Ne Perdantur
Ogni terra è terra di missione
Nel cuore del Novecento ferito, mentre l’Europa era lacerata dalla guerra e dalle dittature, nella Francia occupata nacque un'esperienza ecclesiale destinata a scuotere la Chiesa e il suo rapporto con il mondo: la Mission de Paris. La proposta era chiara e radicale: scendere nelle fabbriche, vivere nei quartieri operai, condividere la fatica e la speranza della gente. I protagonisti? Preti. Operai. Missionari. Uomini di Dio dentro la carne del popolo.
L’ispiratore, il cardinale Emmanuel Suhard, parlava con coraggio di una Chiesa che aveva smarrito la sua presenza nel mondo, troppo chiusa nei propri recinti, troppo borghese, troppo autoreferenziale. E poneva una domanda che ancora oggi inquieta le nostre coscienze: La Francia è ancora terra cristiana o è diventata terra di missione?
Oggi quella stessa domanda possiamo e dobbiamo rivolgerla a noi. Le periferie, le scuole, i luoghi della formazione professionale, le fabbriche moderne, i centri per l’impiego, i cantieri del welfare educativo… sono ancora attraversati da una fede che ascolta, accompagna, libera?
L’esperienza dei preti operai fu profetica non per i suoi esiti, ma per il metodo: condividere prima di annunciare, ascoltare prima di parlare, vivere prima di spiegare. È il metodo che ENGIM oggi può riscoprire come criterio d’azione.
Abbiamo tra le mani un carisma educativo che si nutre della concretezza del lavoro, della passione formativa e della vicinanza agli ultimi. Ma occorre avere il coraggio di Suhard: rischiare, uscire, abitare. Non per strategia, ma per fedeltà al Vangelo e ai giovani.
Una chiamata per ENGIM oggi
ENGIM non può essere solo un’organizzazione formativa. Deve essere una missione incarnata. Una presenza che non si limita a “insegnare un mestiere”, ma che si fa comunità generativa, luogo di riscatto umano, spazio di dignità per chi non vuole restare indietro.
Come allora, anche oggi il mondo operaio, i giovani precari, i nuovi esclusi, portano dentro una fame di senso che nessuna tecnica potrà mai saziare. Tocca a noi scegliere se restare ai margini o tornare nel cuore vivo della storia, lì dove Dio già ci attende.
Il “Pays de mission?” non è solo il titolo di un libro. È un interrogativo che ci attraversa. E che può diventare un nuovo slancio. Non amministratori del passato, ma testimoni del futuro di Dio.
Non possiamo più essere custodi del passato.
Siamo chiamati a diventare testimoni del futuro di Dio, nella carne viva del nostro tempo.
Ogni terra è terra di missione.
Ogni uomo è luogo di incarnazione.
padre Antonio Teodoro Lucente
Presidente ENGIM