Tutto il mondo, lo scorso 29 luglio, ha vissuto l'Earth Overshoot Day: il giorno in cui la Terra ha esaurito tutte le risorse naturali previste per tutto il 2021. Purtroppo, rispetto al 2020 abbiamo anticipa ancora, considerando che la giornata era stata ricordata "solo" - si fa per dire - il 22 agosto. Se andiamo indietro negli anni, possiamo verificare che nel 1970, ad esempio, la giornata era caduta il 29 dicembre. Questo ci dice che il pianeta, come sta accadendo appunto negli ultimi decenni, va sempre più in credito sulle risorse dell’anno successivo dimostrando: evidenziando quanto il nostro modo di vivere lo sta sovrasfruttando. Fra le cause principali di questo evento è evidente l’aumento dell’impronta ecologica (che calcola quante e quali risorse consuma ciascuno) e la deforestazione che ogni anno toglie alla madre terra e, quindi a tutte e tutti, un pezzo di vita.

Alcune stime riportate da "think tank" affermano quello che possiamo fare per posticipare la data: il dimezzamento delle emissioni globali di carbonio servirebbe a spostare l’Earth Overshoot Day di 93 giorni, cioè, di oltre tre mesi. In vista della prossima Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma tra meno di 100 giorni a Glasgow, il Global Footprint Network, organizzazione internazionale che si occupa di scienza della sostenibilità e di contabilità ambientale e che ha elaborato il concetto di impronta ecologica e l'Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) scozzese il 29 luglio hanno presentato oggi la campagna "100 Days of Possibility": una serie di soluzioni collaudate e scalabili che contribuiscono a portare l'impronta ecologica dell'umanità in equilibrio con le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali del pianeta possono rigenerare in modo sostenibile.